Colonne Romane
L’imponente vista delle colonne del Porto, che si ergono all’estremità di una maestosa scalinata realizzata nella prima metà del XX secolo, suscita profonde emozioni. Queste colonne, allineate con il canale che collega il porto interno al mare aperto, hanno una storia che risale a tempi antichi.
Secondo la tradizione, le colonne segnavano la fine della via Appia e rappresentavano un punto di riferimento essenziale per coloro che, arrivando dal mare, desideravano raggiungere le acque sicure del porto interno. È difficile ricostruire l’occasione specifica della loro costruzione, ma si ipotizza che potessero celebrare il ritorno da una spedizione militare, la partenza per una nuova avventura via mare o l’onorare una coppia di principi vittoriosi.
La colonna sopravvissuta è caratterizzata da un basamento rivestito in marmo bianco, otto rocchi sovrapposti, un capitello e un pulvino. Gli ultimi tre elementi, l’ultimo rocchio, il capitello e il pulvino, sono copie riposizionate dopo un lungo processo di restauro, mentre gli elementi originali sono conservati presso Palazzo Granafei-Nervegna dal 2007.
Nel 1528, un cedimento strutturale causò il crollo di una delle due colonne, e oggi rimane solo il basamento con un rocchio sovrastante. I rocchi crollati rimasero abbandonati sul terrapieno per oltre un secolo, fino a quando nel 1657 furono donati alla città di Lecce per essere utilizzati come piedistallo per la statua di Sant’Oronzo, venerato in tutta la Terra d’Otranto come protettore dalla peste.
Affacciata sulla Piazzetta delle Colonne si trova la casa che, secondo la tradizione, avrebbe ospitato il grande poeta Publio Virgilio Marone (70 a.C.-19 a.C.) al momento della sua morte. Questo luogo, intriso di storia e leggenda, evoca una profonda sensazione di connessione con il passato e con le figure storiche che hanno influenzato il nostro mondo